Analisi fotografica

Analisi fotografica di 8 immagini, catturate da alcuni dei più grandi fotografi: Julia Margaret Cameron, Eugène Atget, Fratelli Bragaglia, Ugo Mulas, Henri Cartier-Bresson, Richard Avedon, Sebastiao Salgado e Franco Fontana.


Julia Margaret Cameron

Per fare un’analisi fotografica cominciamo con l’immagine dal nome “La separazione di Sir Lancillotto e della regina Ginevra”, scattata a Londra nel 1874 da Julia Margaret Cameron. Utilizzata come illustrazione de “Idillio del re di Tennyson e altre poesie”, ha come protagonisti sono Andrew Hichens e May Prinsep.

I soggetti sono posti al centro della fotografia, e il fuoco non è posto (volutamente) su nessun punto in particolare. Lo sfondo è maggiormente fuori fuoco per concentrare l’attenzione sui due personaggi. L’attrice è appoggiata al petto del compagno: comunica un forte avvicinamento sentimentale e un forte legame. Nonostante le figure siano inclinate, la fotografia comunica comunque un equilibrio. Gli occhi di lei sono chiusi, come per apprezzare quel momento d’addio, e l’orecchio vicino al cuore, forse in modo da sentirne il battito. Gli occhi di lui sono aperti: trasmettono tristezza e commozione. Le espressioni evocano sconforto e malinconia.

Uno dei possibili motivi per cui l’artista ha scelto questi due precisi soggetti è che May e Andrew erano una coppia sposata, per cui avrebbe potuto trarre delle espressioni più sentite e realistiche. Quando si guarda a questa foto si sente il sentimento che provano l’uno per l’altra, la sofferenza e l’affetto fuoriescono dall’immagine.

La fotografia è in bianco e nero. È stata volontariamente segnata e graffiata, come indicatore del processo creativo della fotografa. I contorni dell’immagine sono schiariti e rigati, trasmettono una percezione di antico, di un tempo lontano. L’illuminazione evidenzia i volti dei protagonisti e le ombre ne sottolineano le espressioni. La mancanza di contrasto tra le figure e lo sfondo riporta la situazione come se fosse un ricordo, o un sogno. È una fotografia di grande impatto e di profondità sentimentale.

analisi fotografica
La separazione di Sir Lancillotto e della regina Ginevra“, Julia Margaret Cameron

Eugène Atget

Per la seguente analisi fotografica visioniamo la fotografia dal nome “Le Dôme, boulevard Montparnasse“, è stata scattata da Eugène Atget nel giugno del 1925 a Parigi. Il fotografo era solito a fotografare le architetture della città.

Nella fotografia gli elementi presenti sono molti, ma sono tutti posizionati con ordine: gli alberi sul lato sinistro danno senso di grande solennità, così come la nebbia che sembra ci sia. Le sedie e i tavoli del locale sulla destra sono collocate con un preciso schema. Se si avvicina l’immagine si possono notare alcune persone sedute ai tavoli, in penombra.

La luce della fotografia è interamente naturale. Viene evidenziato l’albero e l’edificio, ma i contorni di entrambi si perdono nella luce. Sullo sfondo si vede un lampione e più lontano si intravedono altri alberi. Gli alberi più vicini e lo sfondo creano un forte contrasto dato dalla densità di nero molto differente. Il fuoco è mantenuto sugli elementi più vicini all’obiettivo come, ad esempio, le sedie. Vediamo a fuoco anche l’insegna del luogo e il tendaggio.

L’inquadratura è un campo medio e la fotografia segue le linee guida create dalla composizione dell’edificio, della posizione delle sedie e dei tavoli e della direzione della strada. Il punto di convergenza si disperde in fondo alla fotografia. Quest’immagine da un forte senso di profondità generato dalla sovrapposizione dei diversi elementi, ognuno con diverse opacità e densità. Il bianco e nero riporta a un tempo lontano, e la pacatezza della fotografia da un senso di pace.

analisi 8 fotografie
Le Dôme, boulevard Montparnasse“, Eugène Atget

Fratelli Bragaglia

Procedendo con l’analisi fotografica visualizziamo “Salutando“, fotografia scattata nel luglio 1911 dai Fratelli Bragaglia. Anton ha inviato la foto dinamica da Frosinone, in Italia.

Qui un uomo può essere visto di profilo, eseguendo un rapido inchino, ritratto quasi all’altezza della vita. L’immagine rappresenta il momento fondante della fotografia dinamica perpetrata dai fratelli Bragaglia, che hanno concepito la fotografia del movimento come energia in movimento e miravano a cogliere la vita “nella sua manifestazione più rapida e fugace”.

Nel fotodinamismo è rappresentata ogni vibrazione, che è il ritmo di infinite vibrazioni minori, poiché ogni ritmo è costruito da una quantità infinita di vibrazioni. Il fotodinamismo dunque porta alla luce ogni infinitesimale movimento. Questo effetto di movimento, che è anche una tecnica, vede protagonista la lunga esposizione, solo in questo modo si possono catturare spostamenti per poi immortalarli in un’immagine ferma.

Il viso dell’uomo sembra quasi trasfigurato, mentre all’inizio è rivolto frontalmente alla fotocamera, nell’ultimo movimento lo si vede girato di profilo. La luce sembra provenire dall’alto, di fronte al soggetto. È illuminata infatti a pieno la fronte e lo sguardo, mentre vengono proiettate le ombre sotto il naso, il mento resta più in ombra e il lato esposto del volto è ombreggiato. Questo movimento, che dalla fotografia sembra effettuato molto velocemente, da una connotazione inquietante al volto del personaggio: gli occhi appaiono molto chiari, quasi vitrei, e sembra di sentire una risata maligna in lontananza.

analisi 8 fotografie
Salutando“, Fratelli Bragaglia

Henri Cartier-Bresson

Per cominciare quest’analisi fotografica appuriamo che questa fotografia è stata scattata nel 1969, vale a dire l’anno antecedente all’affermazione del diritto di uguaglianza tra donne e uomini. Il movimento femminista nacque ancora nel fine Ottocento, ma solo dagli anni ’60 ha cominciato a diffondersi maggiormente.

Nella fotografia sono raffigurate due donne di diverse generazioni. La contrapposizione tra le ideologie è rappresentata dagli abbigliamenti: la ragazza indossa un vestito corto che lascia le gambe scoperte, mentre la donna accanto un completo all’antica, probabilmente non al di sopra del ginocchio. Entrambe leggono un giornale, simbolo che indica che anche essendo giovane la ragazza desidera informarsi e che la tipologia di comunicazione è la stessa nonostante la differenza d’età.

È interessante però lo sguardo della signora rivolto alla ragazza: un’occhiata sprezzante, che vede del ridicolo nell’altra figura, ma che soprattutto nasconde invidia. Questo perché molte donne delle generazioni precedenti non concepivano il concetto della donna libera da stereotipi, costrizioni sul vestiario (e non solo), ma piuttosto erano inclini alla tipologia di donna tradizionale, quella che aveva come unica ragione di vita il fare figli per poi accudirli e gestire la casa. L’invidia invece riguarda la bellezza e la giovinezza della ragazza, sinonimo di quello che lei forse è stata un tempo e non può più avere.

Questa fotografia è stata pensata per rappresentare il divario tra le due generazioni, per cui le due donne sono le protagoniste. L’immagine è stata composta seguendo le linee oblique della parete del locale e della panchina. Il fuoco non è posizionato in nessun punto particolare, ma senza dubbio è stato utilizzato un diaframma aperto. La luce è naturale, o comunque già presente nel locale.

analisi 8 fotografie
A girl at a Parisian Cafe”, Henri-Cartier Bresson

Richard Avedon

Riguardo a questo scatto possiamo fare un’analisi fotografica molto interessante. L’immagine è stata catturata il 6 maggio del 1957 da Richard Avedon e la protagonista è Marilyn Monroe.

Avedon cercava di cogliere ogni attimo, ogni luce, ogni unica espressione, vuole catturare la vera essenza delle sue modelle, a differenza di altri non le rappresenta come soggetti inanimati. L’attrice e icona della cultura pop Marilyn Monroe era una delle star di Avedon. Ricordando una sessione di ritratto con Monroe il fotografo disse:

“Per ore ha ballato, cantato e flirtato e ha fatto questa cosa che è tipica di Marilyn Monroe. E poi c’è stata l’inevitabile caduta. E quando la notte era finita e il vino bianco era finito e la danza era finita, lei si sedette in un angolo come un bambino, con tutte le cose che la circondavano sparite. La vidi seduta tranquillamente senza espressione sul suo viso, e mi avvicinai a lei ma non la fotografavo mai senza che lei ne fosse a conoscenza. E mentre le andavo incontro con la fotocamera, ho visto che non stava dicendo di no.”

Avedon è riuscito a catturare una delle stelle più fotografate con la sua facciata pubblica abbassata, producendo un’immagine che offre un raro assaggio della sua vita interiore. Qui non si vede la solita Marilyn, gioiosa e solare, si notano invece i dubbi, le perplessità, le angosce che tormentano ognuno di noi. La si vede umana, piuttosto che elevata in quanto star mondiale. Avedon è riuscito ad andare oltre la superficie, vuole portare alla luce la personalità, il carattere del soggetto scattato.

Questa fotografia è stata scattata all’interno di uno studio con luci artificiali posizionate frontalmente al soggetto ed è riflessa dall’abbigliamento dell’attrice. Il fuoco è fissato sugli occhi, e l’inquadratura è un campo americano.

marilyn
Marilyn Monroe“, Richard Avedon

Sebastião Salgado

L’analisi fotografica per quanto riguarda questa fotografia è particolare. Scattata all’incirca nel 2003 da Sebastião Salgado e fa parte della sua opera più recente. Il progetto Genesis, iniziato nel 2003 e durato 10 anni, è un’esibizione d’amore per il pianeta e un ammonimento per gli esseri umani.

Più di 200 immagini eccezionali compongono un viaggio fortemente evocativo in bianco e nero, che racconta la rara bellezza del patrimonio naturale unico e inestimabile del nostro pianeta, con una straordinaria ed emozionante esposizione di luoghi che includono la foresta tropicale dell’Amazzonia, il Congo, Indonesia e Nuova Guinea, i ghiacciai dell’Antartide e della taiga dell’Alaska, i deserti di America e Africa, le cime montuose di America, Cile e Siberia. Un tributo appassionato, che sottolinea la necessità di salvaguardare il pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di adottare un atteggiamento più rispettoso nei confronti della natura e del mondo che ci circonda, e di trovare un nuovo equilibrio con la natura. È un viaggio alle origini del mondo per salvaguardare il suo futuro.

La fotografia qui riportata vede come protagonista l’ambiente, in questo caso un fiume. Alcune persone lo percorrono remando, la loro figura si riflette nell’acqua. Anche se non è certo, deve essere giorno: il sole genera un forte controluce per cui le persone presenti risultano esclusivamente come delle figure nere e indefinite nei dettagli. La luce è interamente naturale, vale a dire quella solare. Gli elementi dello sfondo si disperdono nella nebbia e il sole è leggermente coperto dalle nuvole. È senza dubbio un campo lungo, dove l’orizzonte si fonde con il cielo.

genesis
Genesis“, Sebastião Salgado

Franco Fontana

Per quanto riguarda quest’ultima analisi fotografica, bisogna sapere che questa fotografia fa parte della mostra personale “Franco Fontana Deep in Colours”. Il fotografo è appunto Franco Fontana e parte da una concezione della fotografia come attività creativa in cui il rapporto con la natura o la realtà è accompagnato da un’intensa proiezione poetica. Lo ha chiarito in un’intervista alcuni anni fa:

“Penso che la fotografia non sia uno studio della realtà positiva ma una ricerca di una verità ideale piena di suggestioni, mistero e fantasia. Fare una fotografia è possedere, è un atto in cui si acquisiscono conoscenza e possesso profondo. La fotografia non dovrebbe riprodurre il visibile; dovrebbe rendere visibile l’invisibile. “

Il colore gioca un ruolo fondamentale nelle sue sorprendenti immagini, nelle sue sequenze di paesaggi rurali e nelle sue fotografie che ritraggono il mare. Fontana dona alla sua opera un’intensità poetica che mette in luce l’emozione e la magia in ogni situazione, trasformando ciò che fa in una ricerca dell’invisibile, il momento irripetibile che esiste in ogni opera d’arte. Franco Fontana è un maestro fotografo italiano che riesce a rendere visibile l’invisibile.

In questa fotografia ciò che domina è, oltre al colore, la composizione: ogni linea è costruita su una griglia di base e l’equilibrio di ogni elemento è formidabile. La squadratura degli edifici sembra fare da struttura alla fotografia. I colori sono molto saturati, ciò definisce ulteriormente tutti i contorni.

analisi di 8 fotografie
Deep in colours“, Franco Fontana

Considerazioni sull’analisi fotografica

Analizzare degli elementi fotografici permette di venire a conoscenza di particolari e storie che altrimenti magari non avremmo appreso. Inoltre affina le capacità di valutazione e comprensione della fotografia. Personalmente, ho apprezzato molto scoprire le storie delle persone fotografate e quelle di chi fotografava. In conclusione, trovo sia un lungo lavoro di ricerca, soprattutto per quanto riguarda le informazioni, ma molto interessante.

Per leggere la recensione del cortometraggio “Il caso Valdemar” clicca qui.

Per leggere la recensione del lungometraggio “Ladri di biciclette” clicca qui.